Panchatantra 3
Pancatantra 5,9
(tema: coloro che perdono il
bene a causa dei loro pensieri)
Il Brahmano che pensava
troppo!
Kasminshin
nagare kashit Svabhavakrpano nama brahmanah prativasati sma. Tasya
bhiksarjitaih saktubhir bhuktorvaritair ghatah paripuritah tam ca
gatham nagadante ‘valambya tasyadhastat khatvam nidhaya satatam
ekadrstya tam avalokayati. Atha kadacid ratrau supatash cintayamasa:
yat paripurno ‘yam ghatas tavat saktubhir vartate, tad yadi
durbhiksam bhavati tad anena rupakanam shatam utpadyate. Tatas tena
mayajadvayam grahitavyam. Tatah sanmasikaprasavavashat tabhyam yutham
bhavisyati. Tato ‘jabhih prabhuta ga grahisyami gobhir mahisir
mahisibhir vadavah. Vadavaprasavatah prabhuta ashva bhavisyanti.
Tesam vikrayat prabhutam suvarnam bhavisyati. Suvarnena catuhshalam
grham sampadyate. Tatah kashcid bramano mama grham agata
praptavayaskam
rupadhyam
kanyam dasyati. Tatsakashat putro me bhavisyati. Tasyaham Somasarmeti
nama karisyami. Tat, tasmin janucalanayogye samjate, ‘ham
pustakam grhitvashvashalayah prstadesha upavistas tad
avadharayisyami. Atrantare Somasarma mam drstva jananyutsangaj
janupracalanaparo ‘shvakhurasannavarti matsamipam agamisyati,
tato ‘ham brahmanim kopavisto’bhidasyami: grhana tavad
balakam. Sapi grhakarmavyagratayasmadvacanam na shroyati. Tato ‘ham
samutthaya tam padapraharena tadayisyami. Evam tena dhyanasthitena
tathaiva padapraharo datto, yatha sa ghato bhagnah saktubhih
panduratam gatah.
In
una città viveva un bramano di nome Svabhavakrpano
(“Compassione della sua essenza”). Con le elemosine che
si era guadagnato, grani di riso e avanzi di cibo, fu riempito un
vaso. Avendo appeso questo vaso a un chiodo e avendo posto al di
sotto di questo un letto ammirava il vaso continuamente con lo
sguardo fisso.
Allora
una volta, di notte, essendosi addormentato pensò:
“Dal
momento che questo vaso è stato riempito di grani per tutto
questo tempo allora se sopraggiunge una carestia da questo ci si
possono ricavare cento rupie.
Poi
posso ottenere da questo una coppia di capre, poi dopo sei mesi di
procreazione da queste si ricaverà un gregge e poi otterrò
molte mucche dalla vendita delle capre, dalle mucche un vitello,
dalla procreazione delle giumente si otterranno molti cavalli.
Dalla
vendita di questi cavalli si ricaverà molto oro. Dall’oro
si potrà ottenere una casa con quattro stanze. Poi un bramano
venendo nella mia casa mi darà una bella figlia nel fiore
della giovinezza.
Dall’unione
con questa fanciulla mi nascerà un figlio: lo chiamerò
Somasarma
(“Colui che ha la protezione del Soma”). Quando sarà
in grado di camminare sulle ginocchia io mi metterò a studiare
un libro nel retro della stalla per i cavalli, nel frattempo
vedendomi Somasarma, mentre si aggira tra gli zoccoli dei cavalli
intento a salire con le ginocchia sul grembo della madre, verrà
vicino, poi io pieno di collera rivolgerò la parola alla
bramina: prendi
subito
il bambino!
Ma lei, affaccendata in casa, non udirà. Io allora, essendomi
alzato la colpirò con un calcio”.
Così, intento a
riflettere, proprio allo stesso modo, sferrò un calcio di modo
che questo vaso si ruppe e il biancore sparì dai grani di
riso..
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