Pancatantra
I
testi che seguiranno, tradotti direttamente dal sanscrito,
costituiscono due esempi del genere letterario della favola e sono,
entrambi, tratti dalla celeberrima raccolta indiana nota con il
titolo di Pancatantra.
La
raccolta è formata da circa settanta favole distribuite in
cinque
libri:
da qui il titolo, composto dalla parola panca,
aggettivo numerale che in sanscrito significa cinque,
e tantra,
tradotto generalmente con il significato di libro.
L’opera
è datata intorno al IV sec. d.C., ma comprende al suo interno
materiale favolistico di origine certamente più antica: sembra
infatti che il genere letterario della favola abbia avuto proprio in
India la sua culla, in epoca imprecisata, ma tuttavia molto remota se
è vero che questo genere può essere addirittura
considerato tra i più antichi prodotti della letteratura
mondiale.
Certo
è che per secoli la tradizione della favola è stata
affidata esclusivamente all’oralità e proprio la
tradizione orale spiegherebbe alcune caratteristiche peculiari, come
per esempio la brevità e la semplicità del contenuto e
della forma, espedienti questi, che favorivano l’apprendimento
mnemonico e la trasmissione orale delle favole in assenza del
supporto scritto.
Il
Pancatantra, in sintesi, avrebbe semplicemente dato dignità
letteraria ad una tradizione la cui genesi spaziale (non si sa dove
sia nata la favola esattamente) e temporale (non è possibile
fissare margini di tempo definiti) si perde nel flusso dell’oralità.
La
raccolta del Pancatantra costituì la base per la più
ampia raccolta nota con il titolo di Kathasaritsagara,
opera di Somadeva
nel secolo XI d.C., ma fu tradotta in più di cinquanta lingue
diverse e fece capolino in Spagna e da lì nel resto
dell’Europa attraverso la traduzione persiana e araba delle
storie di Kalila
e Dimna.
Le
favole del Pancatantra, costruite intorno a cinque racconti-guida che
dal punto di vista strutturale fungono da “cornice”, si
articolano tutte, sul piano del contenuto, a partire da un tema
prestabilito e diverso per ognuno dei cinque libri e presentano
sempre una morale più o meno esplicita.
La
favola, infatti, sotto la veste del racconto “leggero”
svolge una funzione didattica e addita all’uomo la retta via
della moralità e della virtù da perseguire; a tal fine
essa adotta uno stile elementare e chiaro, lungi dal lessico aulico
che contraddistingue invece i generi letterari “alti” e
solenni, poiché il messaggio morale che trasmette deve essere
fruibile sia da parte di chi è colto, sia da parte di chi non
lo è.
[ Indietro ] |