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Catuspada
Catuspada:
letteralmente “quattro piedi”. Si tratta di una
parola composta dall’aggettivo numerale cardinale catur
e dal sostantivo pada che compare in molte parole composte già
esaminate sotto il profilo etimologico.
Il
numerale catur, che in sanscrito indica il numero quattro,
deriva da una radice indoeuropea *kwetores-*kwetesres-*kwetwor
(rispettivamente di genere maschile, femminile, neutro). Il suono kw
che compare nella sillaba iniziale della radice indoeuropea,
contrassegnata dall’asterisco, faceva parte di un gruppo di
suoni noti come labiovelari, così detti perché
nella pronuncia erano prodotti dalla successione di una velare o
gutturale (k) e di un’appendice labiale, graficamente indicata
dalla piccola w che compare in alto a destra a fianco della velare:
le labiovelari indoeuropee sono scomparse nelle lingue storiche, ma
hanno lasciato traccia profonda con esiti più o meno complessi
e molto differenti nelle varie lingue.
In
sanscrito, in particolare, l’esito della labiovelare kw
seguita da vocale e, *kwe, è stato in
generale prima quello di una palatale “ce” e poi
“ca”, poiché le e e le o
originarie sono ben presto confluite nell’unica vocale a,
per cui
-*kwe>ce>ca
Questo
processo linguistico spiega bene l’esito di *kwe che
compare nella parola catur.
In
greco, per esempio, l’esito della labiovelare *kw
seguita dalla vocale e è quasi sempre una dentale, t,
da cui “te”: quattro in greco antico si dice,
infatti, tessares/tessara; in latino l’esito di *kw
seguito da vocale e è quello di un
suono velare-labiale seguito sempre dalla vocale u, “que”,
da cui il numerale quattuor, così, analogamente, nelle
lingue neolatine, gli esiti del suono *kw sono identici o
molto affini al latino, basti confrontare con il latino quattuor
l’italiano quattro, il francese quatre, lo
spagnolo cuatro.
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