Yoga del corpo

Yoga Life vol. 29 maggio ’98. (parte prima)

Yogacharini Meenakshi Devi Bhavanani

dalla Raccolta di Saggi “Un approccio olistico allo Yoga ” Sri Ganesh Shankar,

Dott. Hsgaur University Sagar Nadia Pradesh India

Anni fa, quando ero ancora alle prime armi riguardo al concetto orientale della spiritualita’, chiedevo al direttore dell’Ashram, dove soggiornavo una stanza singola per poter praticare i miei esercizi di Hatha Yoga nelle ore piccole. “Hatha Yoga!” rispose con sdegno. “Sei ancora fissato sull’aspetto fisico?”. Successivamente mi e’ capitato spesso di imbattermi in simili reazioni nei contatti che ho avuto con delle persone “spirituali”, specialmente in India. Una reazione piu’ comune e’ il sorriso appena abbozzato ed una voce accondiscendente, un sopracciglio appena appena alzato : “Gia’ ! Pratichi l’ Hatha Yoga.” Con silenziosa attenzione noto che queste stesse persone non saltano mai un pasto, ne’ riescono a sedersi per un periodo di tempo senza agitare questa o quella parte del corpo, ne’ si siedono a meditare con la colonna vertebrale eretta. Non gli verrebbe mai in mente di camminare per piu’ di qualche centinaio di metri, il piu’ delle volte sono in sovrappeso con dei depositi di ciccia un po’ dappertutto. Spesso lamentano malditesta, insonnia o stitichezza, alcuni soffrono addirittura di asma o di diabete. Mi chiedo chi tra di noi e’ “attaccato ” alla sfera fisica. L’ Hatha Yoga e’ tra i rami di questa antica scienza quello che si comprende meno. E’ questo l’aspetto dello Yoga che e’è diventato il piu’ diffuso e conosciuto in Occidente a causa dell’ossessione occidentale dell’aspetto fisico (magari si pensasse due volte prima di chiamare “Yoga ” le capriole acrobatiche praticate in occidente). In Oriente “uomini di religione ” spesso sminuiscono le discipline fisiche considerandole inutili per lo sviluppo spirituale.

Quindi lo Hatha Yoga si e’ deformato in una forma acrobatica in occidente, ed in oriente viene ignorato come qualcosa di banale.

Si puo’ utilizzare lo Hatha Yoga efficacemente come mezzo per raggiungere uno sviluppo superiore della mente e della consapevolezza. Inoltre puo’ò portarci ad avere un corpo sano, con il quale sperimentare gli alti stadi dello Yoga.

Il concetto dello Yoga come “unione ” , cosi’ come e’ esposto da Lord Krishna nella Bagavad Gita, e’ verificabile in una pratica valida dello Yoga.

“Ha ” rappresenta le correnti nervose, solari, positive del corpo,

“Tha ” rappresenta le correnti lunari, negative

quindi “Hatha ” si verifica quando le correnti solari e lunari del corpo sono in equilibrio. Una pratica diligente fa si che il corpo si rafforzi e diventi flessibile, capace di sopportare fatiche e di resistere alle malattie. Le tensioni fisiche che si manifestano come abitudini nervose, quali il mangiare le unghia, il battere delle dita o dei piedi, scatti nervosi della testa e cosi’ via, si eliminano e la rilassatezza diventa la condizione naturale del corpo, l’energia vitale aumenta ed il corpo inizia a brillare, letteralmente, irradiando la bellezza del suo benessere. “Uomo, conosci te stesso” e’ il dettame di tutti i grandi sistemi filosofici e religiosi, sebbene pochi abbiano indicato quale sia la strada concreta per raggiungere questa meta. Lo Hatha Yoga offre una strada. Oltre che a pulire e ripristinare il corpo, svegliando la potente energia della Shakti che giace addormentata in tutti gli esseri umani, i pranayama, le Asana, le bhandha, le Mudra, quando vengono comprese correttamente, divengono un mezzo per comprendere se stessi sul piano fisico, mentale e alla fine spirituale. Una costante, consapevole pratica di queste antichissime tecniche risveglia i pensieri nascosti nell’inconscio ed i sentimenti immagazzinati nella mente che normalmente sono tenuti nascosti alla consapevolezza dalla censura indotta dal condizionamento sociale. Questi pensieri e sentimenti nascosti sono spesso la stessa fonte di complessi mentali e malfunzioni fisiche. Un vero e proprio muro spirituale contro il quale tantissime persone sbattono la testa inutilmente.

Uno dei metodi consigliati dallo Yoga per assicurare la salute del corpo è la pratica regolare delle Asana, le quali non sono semplici esercizi fisici ma il prodotto dell’osservazione, dell’esperienza e dell’intuizione dei Rishi, che non avevano alcuna conoscenza di anatomia, fisiologia o psicologia tratta dai libri; eppure le Asana, nei loro effetti generali, riguardano profondamente tutte e tre queste scienze biologiche.

Le Asana, ognuna delle quali è eseguita con un suo ritmo respiratorio, sono fondamentalmente diverse da quegli esercizi intesi a sviluppare e rinforzare il tessuto muscolare. Esse non sono affatto designate a “costruire il corpo”, ma una pratica sistematica di esse può rendere le giunture flessibili grazie alla stimolazione delle secrezioni ghiandolari, oltre a migliorare il tono muscolare e l’intero organismo ne beneficia aumentando la resistenza alle malattie.

Nella pratica delle Asana non ci dovrebbe essere alcuno sforzo, né troppa fretta. Ogni Asana deve essere praticata nella piena consapevolezza di ciò che sta avvenendo nel corpo; si deve percepire di essa ogni particolare movimento che può influenzare sia il nostro corpo che la nostra mente, sebbene l’Asana sia soltanto una piccola parte della metodologia dello Yoga. Il ritmo respiratorio adottato durante la pratica delle Asana ha un effetto psicofisico e, insieme alla postura del corpo, ha un ruolo importante nel processo yogico.

Idealmente l’Asana dovrebbe essere una postura statica che non comporta alcun movimento e, quanto più a lungo viene mantenuta, tanto più grandi sono i possibili benefici per la mente. E’ però anche necessario praticare alcune Asana dinamiche per sciogliere le rigidità di muscoli e giunture e renderli flessibili e morbidi. Alcune persone hanno un corpo naturalmente flessibile e possono quindi assumere correttamente anche Asana difficili. Nello Yoga non esiste spirito di competizione, per cui ognuno potrà essere di guida a se stesso, nei progressi fatti nell’esecuzione delle Asana. E’ importante eseguire le Asana nella maniera più corretta possibile per ognuno di noi, rimanendo, nello stesso tempo, consapevoli del loro effetto complessivo sul corpo e la mente.

Possiamo, quindi, classificare le Asana in dinamiche, quelle che comportano movimenti del corpo o parti di esso, che sono necessarie alla maggior parte degli individui, e Asana statiche, quelle che vengono eseguite senza movimenti. Esistono anche le Asana cosiddette meditative le quali, ovviamente, sono statiche ma volte a lenire la tensione della mente rilassandola e preparandola, quindi, alla meditazione.

Dal punto di vista fisiologico, gli effetti delle diverse Asana variano considerevolmente: alcune aiutano a distendere la spina dorsale indietro o in avanti, altre a darle una torsione laterale in modo tale da assicurare la sua salute e quella del sistema nervoso da essa controllato. Nelle Asana viene attribuita la massima importanza alla spina dorsale, Merudanda, dalla cui efficienza e buona funzionalità dipende la salute dell’intero sistema cerebrospinale. Si sa che il vigore e la vitalità e, quindi, la giovinezza sia fisica che mentale dell’uomo può essere prolungata fino a un’età avanzata, grazie alla pratica regolare di Asana che agiscono direttamente sulla spina dorsale.

Gli effetti fisiologici delle Asana sono innumerevoli. Alcune distendono le estremità, le dita dei piedi, delle mani, stimolando il sistema circolatorio e producendo così una migliore ossigenazione. Altre Asana, se abbinate ad un ritmo respiratorio appropriato, migliorano il funzionamento degli organi e delle ghiandole addominali come il fegato, la milza e il pancreas. Alcune Asana richiedono una posizione a testa china, la quale favorisce un flusso regolare di sangue arterioso pulito verso i tessuti cerebrali con effetti che sono benefici all’attività mentale dell’uomo. Dunque le Asana migliorano non solo la salute del corpo, ma anche della mente e senza la realizzazione di entrambe, ovviamente, l’uomo non può sperare di raggiungere la pace interiore indispensabile alla sua vita.